Scrivemmo il nostro ultimo articolo il 30 novembre 2024. Il titolo era chiaro: “Da un po’ siamo in silenzio. Sopraffatti. Altro che monitoraggio civico…”; per chi non lo avesse capito, ribadiamo di esserci stufati di essere presi in giro. Da allora abbiamo visto cose inaudite, ma abbiamo fatto una pausa sperando che i senesi ci facessero caso da soli.
Poi, ieri, abbiamo rischiato di morire dal ridere di fronte al durissimo e inusitato attacco simultaneo e concentrico del neopensionato ASL dott. Enrico Tucci, Capo locale del partito meloniano, e della prof. Nicoletta Fabio, sindaca p.t. contro la nomina annunciata dalla Regione Toscana del dott. Marco Torre come nuovo direttore generale dell’Azienda Sanitaria Locale Toscana sud est in sostituzione del dott. Antonio D’Urso, cessato dall’incarico.
Vediamoli.
Un assessore Tucci un po’ acciaccato e dall’aria sconsolata (forse per la ferale notizia che una persona poco gradita diventa direttore dell’Azienda dove ha lavorato tanti anni)
afferma che la nomina di Marco Torre è errata nel merito, perché — a suo dire — (sic)
non ha esperienza di gestione di aziende territoriali,
ma si smentisce subito, costretto a precisare che il nuovo direttore è stato a capo della Fondazione Monasterio che è il centro di eccellenza cardiologica in Toscana con due sedi ospedaliere importanti e famose a Massa e a Pisa.
Inoltre la nomina sarebbe errata nel metodo perché, dice lui con noncuranza, sarebbero
stati disattesi gli appelli dei tre sindaci delle città capoluogo che chiedevano un passaggio preliminare al presidente Giani prima della nomina. Reputo una grave scorrettezza istituzionale non aver fatto questo passaggio.
A sua volta la sindaca, con aria sempre contrita,
sostiene il pensiero dell’imprudente assessore e rincara la dose:
“Quello che abbiamo cercato di costruire in questi mesi è semplicemente un dialogo, un percorso trasparente e inclusivo per un progetto rivolto al bene della comunità. Ci siamo fatti portavoce, come ogni primo cittadino dovrebbe fare, delle richieste dei nostri territori. La sanità pubblica riguarda il benessere dei cittadini, che ci considerano diretti interlocutori, ed è nostro compito tutelarla”.
Ma quale progetto, Sindaca, quali richieste? di cosa parla?
La riprovevole ignoranza istituzionale di questi amministratori e il dispregio per la legalità — salvo che agiscano (ma vogliamo escluderlo) in malafede — appare enorme, imbarazzante e paradossale. Infatti l’art. 37 della legge regionale n. 40/2005 (e successive modifiche) dice che il direttore generale ASl
- è nominato dal Presidente della Giunta regionale con le modalità previste da una legge nazionale (articolo 2, commi 1 e 2) decreto legislativo 4 agosto 2016, n. 171
- legge che, a sua volta, stabilisce l’istituzione di una commissione nazionale di cinque membri… uno designato dal Ministro della salute con funzioni di presidente … e quattro esperti di comprovata competenza ed esperienza, in particolare in materia di organizzazione sanitaria o di gestione aziendale …
- la quale “procede alla formazione di un elenco nazionale” di candidati, ovviamente laureati in una speciale disciplina che dimostrano
- comprovata esperienza dirigenziale … nel settore sanitario … con autonomia gestionale e diretta responsabilità delle risorse umane, tecniche e o finanziarie e in possesso di un
- attestato rilasciato all’esito del corso di formazione in materia di sanità pubblica e di organizzazione e gestione sanitaria… .
Ma non basta; il più bello deve arrivare perché la medesima legge regionale n. 40, sempre art. 37, secondo comma, stabilisce che
…Il direttore generale è nominato dal Presidente della Giunta regionale .., previo CONFRONTO con la Conferenza aziendale dei sindaci.
Dunque è palese e indubitabile che quel “percorso trasparente e inclusivo”, di cui (stra)parla la sindaca, doveva essere fatto non con il presidente Giani, ma, ovviamente, con la conferenza dei sindaci, organo per legge deputato al confronto in vista della scelta. Forse i sindaci di Siena, Arezzo e Grosseto vorrebbero avere, da soli e non insieme a tutti i comuni dell’Area vasta, un percorso preferenziale, esclusivo e fuori dalle procedure amministrative di legge?
Se la legge prevede una modalità di nomina, come vi permettete di lamentare una “mancanza di trasparenza”? che c’entra la trasparenza? dove sarebbe la scorrettezza istituzionale?
Qui, di gravemente scorretto ci sono le vostre parole in libertà: fareste meglio a pensare alla vostra trasparenza, quella con la quale ci avete negato per mesi l’accesso civico agli atti di tutte le vostre NOMINE nel Siena Jazz, nel Santa Maria della Scala, nell’Azienda alla persona, nella Biblioteca degli Intronati…
State calpestando ogni principio, di legge, di logica e di pudore. Minate la credibilità del nostro Comune. Prima o poi i senesi se ne accorgeranno.