Era il 2020 quando un gruppo di volenterosi cittadini senesi si costituì — magari con un po’ di ritardo (!) — in Comitato per la difesa del Monte dei Paschi
con l’obiettivo dichiarato del
“… recupero del Monte dei Paschi al suo territorio al quale esclusivamente deve il suo innegabile successo durato mezzo millennio, mentre tutto intorno a centinaia sparivano e risorgevano regimi, regni e imperi, repubbliche e governi …”
Il Comitato non ebbe lunga vita, né fiorente; in effetti era nato in un momento in cui si dava per scontato che, con il Monte tecnicamente fallito e con la Fondazione già spogliata di tutti i suoi averi per ricapitalizzarla, la banca, tenuta in piedi con una trentina di miliardi di interventi statali culminati nel 2017 col governo Gentiloni, ebbe il Tesoro come primo azionista. Poi, un po’ per la cura dimagrante realizzata con la chiusura di molti sportelli e con la cacciata di un gran numero di dipendenti posti a carico dell’INPS (cioè del debito pubblico), un po’ per i vantaggi che l’epoca Covid ha regalato a tutte le banche, è iniziata la ripresa e, appena (ri)fatti due soldi, i soci privati (Caltagirone, Delfin, Banco Bpm, Anima Holding), come ora apprendiamo, si sono mossi e il presidente Lovaglio, già alla fine del 2022, ha rappresentato in gran segreto al governo Meloni l’intento di scalare nientemeno che Mediobanca
Se ne sono occupati tutti i giornali, le televisioni, le riviste specializzate
e, per quanto siamo riusciti a vedere, nessuno ha dichiarato formalmente che l’operazione fornisce certezze ai senesi che il Monte dei Paschi resti ancorato alla città: non l’ha detto Lovaglio nelle centinaia di interviste, non lo ha detto il ministro, non lo ha detto il Governo … E qualche dubbio, francamente, potrebbe anche venire.
Però arriva subito Michelotti
che dichiara in una nota alla stampa che
“Siena manterrà MPS, la sede, il marchio, l’identità e la tradizione a cui siamo legatissimi”.
La sindaca, dal canto suo, incoraggiata
si sbilancia oltre e rincara:
“Apprendiamo positivamente questa nuova operazione … che mira a consolidare ulteriormente la salute dell’istituto mantenendo il proprio marchio storico e dunque l’identità della città … Non entro nelle questioni tecniche … mi preme sottolineare però che il lavoro svolto dai vertici Mps resta certamente attento al forte legame che la Banca ha con la città e con la sua storia.
Intanto le azioni MPS hanno perso in borsa il 9% e, mentre al momento del lancio dell’operazione sarebbero servite 2,3 azioni per ogni azione di Mediobanca, ora ci dicono che ne servono 2,6 e che il costo è incrementato di un miliardo e qualcosa. Anche l’operazione Antonveneta — ricordate? — venne salutata (da tutti, escluse le Liste Civiche di allora e qualche “cane sciolto”, rari nantes in gurgite vasto) in modo entusiasta: difficile dimenticare il comunicato dell’allora deputato Franco Ceccuzzi, nientemeno membro della Commissione Finanze della camera, che dichiarò ufficialmente
“Banca MPS con Antonveneta ha trovato la sua anima gemella”
aggiungendo che
“sono due realtà che hanno grandi potenzialità di sviluppo e che possono integrarsi al meglio con grande vantaggio per gli azionisti e per la clientela”.
Entusiasmo poco meditato? Macché!
Pochi giorni dopo, il 14 novembre Ceccuzzi ribadiva la sua soddisfazione pubblicando sul suo sito i dati di dettaglio dell’operazione e le numerose dichiarazioni favorevoli del mondo bancario. Del resto tutti ricordano bene che le istituzioni elettive senesi, la Fondazione, i soci del Monte come Caltagirone, l’allora premier Prodi ed anche tutta l’opposizione, non ebbero nulla da eccepire e le poche perplessità avanzate da alcuni analisti e, a Siena, dalle Liste Civiche, furono guardate con sufficienza. Si trattò — almeno alla luce dei fatti anche successivi — di una sorta di ubriacatura collettiva.
Ecco. Non vorremmo che la storia, come avviene spesso, si ripetesse con lievi varianti e non sarebbe male che la società civile senese, nelle sue varie componenti e organizzazioni, e i cittadini singoli, invece di dare tutto per scontato, forti delle passate esperienze, assumessero una posizione ci cittadinanza attiva e monitorante.
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Ultim’ora: appena pubblicato questo articolo è arrivata la notizia che Mediobanca ha rigettato Ops (cioè offerta pubblica di scambio di azioni) Mps in quanto “non concordata e fortemente distruttiva di valore”. Oddio, a parte che non ci abbiamo fatto una bellissima figura (secondo Mediobanca l’operazione farebbe perdere clientela nelle attività che presuppongono — sic — “l’indipendenza, la reputazione e la professionalità dei professionisti”), si sa che è sempre una questione di soldi e non è detto che quello che non riesce oggi non possa riuscire domani; ciò che è buffo, semmai, è che la maggioranza politica che governa Siena ne abbia parlato d’urgenza come di cosa fantastica e bell’e cotta.
Bella figura…
Chissà se il giovane Michelotti da PGB è in continuità con la linea di comportamento (verso il potere per il potere) del poliziano Ceccuzzi e se la Sindaca Fabio lo è con quella di Cenni (obbedire ai referenti romani)?
All’epoca non andò a finire bene, come tutti sanno. Oggi in Mps c’è Lovaglio che è uno del mestiere mentre Mussari non ne capiva niente (l’ha detto lui) e a governare Banca d’Italia non c’è Draghi, che dette il via libera alla sciagurata acquisizione di Antonveneta, ma Fabio Panetta. I retroscena che stanno emergendo non aiutano la tranquillità.
La società civile senese attuale è ancora più anestetizzata rispetto a quella ossequiante dei tempi di CeccuzziCenniMussariMonaci, nonostante il declino economico, che ha toccato la pelle di molti, e l’ombra triste che si è stesa sulla città.
I pochi pezzi di società civile che da Antonveneta, qualcuno anche da 121, in avanti hanno lottato con forza e determinazione in ogni sede a difesa di MPS e per la verità, penso tra i pochi altri all’associazione buongoverno, dopo le “buffe” assoluzioni di Mussari e dintorni e dopo quasi 20 anni di lotta nel disinteresse cittadino hanno perso forza. E poi, purtroppo, noi pezzi di società civile amanti della partecipazione attiva e del controllo dei nostri governanti non siamo troppo capaci di stare insieme
Si, ma bisogna continuare a provarci, sempre.