Siamo molto contenti di scoprire una città vigile e attenta di fronte al deprecabile gesto del capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale, Forzoni, del quale si chiedono a ragione e a gran voce le dimissioni. Di certo la gravità del fatto attiene sia al ruolo istituzionale (pubblico ufficiale e rappresentante dei cittadini non per personale diletto, assiso sui palchi del Comune non rileva se come consigliere o come ospite) sia alla sfera dell’appartenenza contradaiola.
Comportamento inconcepibile sotto entrambi i profili, da inquadrare sul piano di una subcultura sia istituzionale che di contrada. Impossibile provare a separare comportamento personale, contradaiolo e politico.
Il Sindaco non può quindi cavarsela con una multa e Fratelli d’Italia dovrà rompere l’assordante silenzio: se non prende le distanze significa che si sentono adeguatamente rappresentati da queste inescusabili gesta. Che, poi, il disastro cittadino socio-economico-istituzionale sia imputabile alle precedenti amministrazioni non può essere preso a pretesto da nessuno, anzi, chi dichiara di voler rappresentare un nuovo corso deve essere inappuntabile e deve tenere un comportamento ineccepibile.
Il Sindaco non può quindi cavarsela con una multa e Fratelli d’Italia dovrà rompere l’assordante silenzio: se non prende le distanze significa che si sentono adeguatamente rappresentati da queste inescusabili gesta. Che, poi, il disastro cittadino socio-economico-istituzionale sia imputabile alle precedenti amministrazioni non può essere preso a pretesto da nessuno, anzi, chi dichiara di voler rappresentare un nuovo corso deve essere inappuntabile e deve tenere un comportamento ineccepibile.
Il fatto, comunque, offre lo spunto per due riflessioni che, ormai da diversi anni, rappresentano i temi centrali per chi analizza seriamente e liberamente la situazione cittadina.
La prima riguarda l’effettiva capacità di partecipazione dei cittadini senesi ai fatti della propria città, la seconda attiene alle modalità di selezione della classe politica e della classe dirigente.
Sul primo punto, partendo dal fatto che all’epoca del disastro cittadino e del fallimento delle maggiori istituzioni, dal MPS alla Fondazione ecc…, furono pochi i cittadini di Siena ad alzare la voce e chiedere giustizia vivendo anni di pesante isolamento, vogliamo augurarci che la stessa puntuale attenzione, che oggi i senesi riservano al caso Forzoni, alla questione Cacio e Pere, all’inadeguata concessione del cortile del Podestà, alle parate di macchine di lusso, sia rivolta anche ad altri casi, episodi e frangenti.
La prima riguarda l’effettiva capacità di partecipazione dei cittadini senesi ai fatti della propria città, la seconda attiene alle modalità di selezione della classe politica e della classe dirigente.
Sul primo punto, partendo dal fatto che all’epoca del disastro cittadino e del fallimento delle maggiori istituzioni, dal MPS alla Fondazione ecc…, furono pochi i cittadini di Siena ad alzare la voce e chiedere giustizia vivendo anni di pesante isolamento, vogliamo augurarci che la stessa puntuale attenzione, che oggi i senesi riservano al caso Forzoni, alla questione Cacio e Pere, all’inadeguata concessione del cortile del Podestà, alle parate di macchine di lusso, sia rivolta anche ad altri casi, episodi e frangenti.
Infatti, per non commettere gli errori del passato, l’attenzione e la libera partecipazione dei cittadini agli avvenimenti e ai beni comuni deve allargarsi e deve farsi sentire anche per i fatti più gravi.
Per quanto riguarda la seconda riflessione riteniamo improcrastinabile un ragionamento serio e partecipato sui criteri di “selezione” con cui la politica propone ai cittadini le liste dei rappresentanti, sulla formazione, competenze, meriti, obiettivi e senso di responsabilità (democratica, istituzionale e di rappresentanza) di chi poi accede ad amministrare la cosa pubblica con spirito di servizio.
Senza il bagaglio minimo in dotazione, infatti, non esiste Politica ma solo spartizione del potere, occupazione di poltrone con interessi e affari personali posti sempre davanti a quelli dei cittadini che si dovrebbe rappresentare. Contro l’arroganza, l’autoreferenzialità, il rischio di logiche affaristiche e di scambio ricade sui cittadini la responsabilità primaria di un intervento forte ed univoco.
Credo che da un consigliere comunale, consigliere provinciale, capogruppo, avvocato, adulto, “contradaiolo” ci si possa e debba aspettare un comportamento civile. Tra l’altro dai palchi del Comune. Tanto più se si dice, come si dice, “contradaiolo”! La deontologia del ruolo politico e del ruolo professionale dove sono andate a finire?
Credo che un consigliere eletto(oltre il partito o movimento politico) debba sempre essere un esempio per i cittadini. Sono i nostri rappresentanti e devono essere ” specchiati” ogni giorno ed in ogni occasione…e figuriamoci per il PALIO !
Doppia responsabilita come rappresentante civico e come contradaiolo…
chiarezza e trasparenza sempre e comunque!
Non mi sembra comunque che la sua Contrada abbia una lunga attesa di palio è nemmeno abitudine ad atti esagerati…quindi che cavolo ha fatto!!!
Senza scusanti…