E’ notizia di questi giorni. Il Comune di Siena non intende partecipare ancora alla Fondazione Musei Senesi. Ne ha parlato nel suo Blog Pier Luigi Piccini in questi termini
Il Comune di Siena, uscendo dal Sistema dei Musei Senesi, ha sancito la totale estraneità dal territorio e dalla città in cui opera. I Musei Senesi sono stati una straordinaria intuizione che ha posto, come tante altre, Siena e il suo territorio al centro di un progetto di sviluppo culturale diventato celebre a livello internazionale. Le modalità di gestione hanno mostrato la corda, specie con la caduta del Monte dei Paschi, e un nuovo modello deve essere attuato. Ma il Comune di Siena, come sempre, butta via il bambino con l’acqua sporca, se ne lava le mani, si isola rispetto a una provincia che potrebbe fornire ossigeno alla città, abdica al ruolo di guida, istituzionalmente riconosciuto, rispetto alla promozione culturale e turistica provinciale. L’Amministrazione comunale di Siena avrebbe potuto diventare punto di riferimento di un territorio vasto, rimettendo sul mercato questo patrimonio culturale con una offerta unica e integrata. sviluppando rapporti commerciali con le oltre duemila strutture ricettive del territorio. Avrebbe potuto sviluppare una capacità manageriale che avrebbe permesso di far riconoscere Siena come guida, ma per farlo ci sarebbe voluto almeno un assessore alla cultura minimamente capace. Rinchiusi nella bolla, Tirelli e De Mossi partoriscono solo manifestazioni legate al cibo e giochi di basso livello: ruote girevoli, raduni automobilistici con un corollario di donne in vetrina, mercatini, street-food, una irrealizzabile Convention bureau, ricchi premi, trenini natalizi, divertimenti vari in Fortezza, cotillons e la mitica card “Si You Again” in regalo per pochi intimi! Questa Giunta si preoccupa solo dell’effimero, in modo che quando i figli o i nipoti chiederanno lavoro a Siena i vari responsabili, non solo dell’Amministrazione comunale, gli possano rispondere di farsi un bel giro sulla ruota girevole…
Gli fa eco su facebook con toni diversi Mario Ascheri
Buffo: abbiamo scritto negli ultimi anni tante volte che la FMS fa e ha fatto tanto nel territorio, ma non per la Città: che senso aveva stare in una Fondazione Musei Senesi che non comprendeva i musei…di Siena, né se ne occupava? Avete visto voi tavole rotonde sul SMS, ad esempio?
Non avevo mai avuto risposta dal Valentini né dalla FMS, né conosco le ragioni specifiche della rescissione di oggi del rapporto, ma temo che ci fossero abbondanti motivi: dispiace che non si faccia una discussione complessiva che chiedo da vari anni. Sono troppo vecchio forse per essere letto?
Valentini dovrebbe spiegare che cosa la FMS ha fatto per la città di Siena negli anni di adesione al finanziamento: io personalmente non lo so, ma i suoi rapporti consentiranno di chiarirlo.
Grazie, caro e appassionato ex-sindaco!
CARI AMICI, IO VOLEVO SOLO SOTTOLINEARE CHE LA FMS (NEL TERRITORIO ATTIVA DI SICURO!) SU SIENA NON E’ MAI STATA INTERLOCUTRICE NE’ IL COMUNE DI SIENA HA MAI CERCATO DI ESSERLO ALMENO QUANDO ERO CONSIGLIERE COMUNALE 2006–2011, TUTTO QUI E HO SCRITTO, RIPETO, MOLTE VOLTE CHE LA COSA MI SEMBRAVA ASSURDA: non contro questo o quello…sul fatto in sé!Ci è sembrato utile riprenderlo integralmente per sollecitare partecipazione e interventi.
Manca a nostro avviso un’informazione essenziale. Ma, alla fine, quanto spende(va) il Comune di Siena per partecipare a questa istituzione?
Abbiamo guardato il sito della Fondazione alla sezione “amministrazione trasparente” e abbiamo letto (se ci sono errori ce lo diranno) che il nostro Comune nel 2018 ha sborsato la somma di euro 49.109,32. Ed è per recuperare questa “enorme” entrata che si rinuncia a coltivare rapporti con il territorio circostante e a mantenere aperto un canale di collaborazione in campo museale?
Credo che per migliorare il funzionamento della FMS il modo non sia quello di uscirne.
Se l’andamento è quello che dice Mario Ascheri (Bruno Valentini ci farà sapere il ritorno che ha avuto il Comune di Siena), mi sarebbe piaciuto che l’attuale amministrazione, invece di abbandonare, si fosse fatta promotrice di una maggiore compartecipazione al progetto.
Si tratta dell’ennesimo problema che ha una causa sola: la sostanziale emarginazione del Popolo dalla gestione del bene comune al quale però, becco e bastonato, viene lasciato l’ “ambito” ruolo di pagatore. Il fatto è che a monte di tutto ci stanno sempre i bassissimi livelli di democrazia, tema che solo Mario Ascheri e in parte anche Idee in Comune hanno sfiorato (Piccini invece, al solito, ritiene che sia cosa di esclusiva competenza di sindaci e assessori).
Anni or sono Gianni Resti, quando era assessore alla cultura della Amministrazione provinciale, propose un programma di integrazione e rapporto tra Siena e il uo territorio, ricchssimo di opere d’arte — architettoniche, pittoriche, archeologiche ecc. — in modo che si potesse instaurare un circuito che potesse avere, oltre che una ricaduta economica, anche il compito di evitare il cosiddetton “mordi e fuggi” del turismo italiano e straniero. Nulla è stato fatto ed anche la FMS, a quanto mi risulta, si è mossa poco. Le sua ragione di esistere deve a questo punto, essere rivista. Ma da qui a vedere il Comune estraniarsi dal problema ci corre. Si vivacchia senza far nulla. E inanto altre realtà italiane si muovono con celerità e proposte concrete. Ma qui, è vero, ci si contenta del “circo” con conseguente predsenza di nani e ballerine. Mario Ascheri ha ragione ed anche Mauro Aurigi interviene con le sue proposte anche se il suo concetto di Popolo, talvolta mi sembra troppo ottimistico. Sono troppi i senesi che trovano sufficiente l’esistenza del Palio per valorizzare la nostra città. Tra l’altro il Palio non ha certo bisogno di essere promosso dato che è noto in tutto il mondo. Né Siena ha bisogno solamente di strade pulite (che certo sono una necessità per il decoro) ma soprattutto dovrebbe essere maggiormente volta ad una intelligrente conservazione evalorizzazione del proprio eccezionale patrimonio. Temo che chi, nei secoli, ce la ha lasciata così come ci è giunta, oggi, se ci vedesse proverebbe se non proprio ira almeno un grande dolore. Se MPS si è ridotto a quello che è oggi, non per questo dobbiamo rinunciare al suo prezioso aiuto. Bisogna trovare e soprattutto “inventare” strade diverse. Anche se il cammino è in salita.
La Fondazione Musei Senesi nacque con la presidenza di Gianni Resti in un imprecisato anno di inizio secolo (non riportato nel sito ufficiale) per iniziativa della Provincia. Oggi ha uno statuto di sei anni fa e un presidente, Alessandro Ricceri, che sostituì il primo sopra menzionato nel 2015. Dalla sua istituzione ha svolto certamente attività e, a parere di Bruno Valentini che ne parla in un articolo apparso oggi sul Cittadino on line, ha svolto anche attività utili per il capoluogo. Forse i due presidenti, attuale e passato, potrebbero dirci di più. Il fatto che un cittadino avvertito e attento alle cose della cultura come Ranieri Carli non si sia accorto particolarmente della sua esistenza la dice (molto) lunga sulla “popolarità” della Fondazione e non sembra che le istituzioni interessate abbiano fatto molto per farsi conoscere. Forse hanno voluto seguire il motto di Epicuro: “vivi nascosto”.
I Valori di una Comunità
A Siena nel 1309 fu redatta la Costituzione Senese in lingua volgare, perché tutti potessero leggerla. Vi era scritto che chi governa deve avere a cuore “massimamente la bellezza della città, per cagione di diletto e allegrezza ai forestieri, per onore, prosperità e accrescimento della città e dei cittadini”.
Intelligenti pauca.