In questi giorni ci sarebbero state tante occasioni per continuare a tenere fede alle nostre finalità (monitora, partecipa, proponi .…..) di piena trasparenza e di leale manifestazione di critica, ma, ogni volta, si è capito il rischio di essere (più o meno volutamente) fraintesi: quando gli sforzi comuni vanno di necessità diretti nell’unica direzione possibile, salvare la vita di tutti, il resto perde importanza. Poiché non mancano azioni di vero sciacallaggio, bisogna stare ancora più attenti e, per esempio, tollerare di buon grado queste piccole cose insignificanti come il sindaco che, nell’appello ai concittadini, ci chiama “mio popolo” o definisce i funzionari comunali “miei dipendenti”: l’emozione può fare brutti scherzi.
Torniamo dunque alle cose serie. Questo virus perniciosissimo, è anche il contrario assoluto della trasparenza. Di lui — ma non sarebbe questione di genere — non si sa assolutamente nulla. Il bello è che sembra pure innocente perché esiste a sua insaputa, non sa nulla di se stesso e perciò nemmeno si rende conto di quale disastro stia combinando.
Vuoi mettere invece la trasparenza estrema delle guerre (che un tempo addirittura si dichiaravano), la chiarezza massima dei bombardamenti, la furia manifesta degli attentati, la lucidità dei terremoti, la limpidezza delle eruzioni vulcaniche, la liquida consistenza degli tsunami? Questo è un nemico non solo implacabile, ma anche totalmente evanescente e invisibile: così Sgarbi, che capisce solo di arti “visive” (del 500 secondo alcuni) , lo degrada follemente all’insignificanza di virusdelbucodelculo .
Eppure è forse in questi frangenti che si può cogliere concretamente qualcosa di più preciso sulla democrazia:
- aumentano a dismisura le tentazioni di presentare la falsa utilità dei pieni poteri e non potendo disporre degli strumenti tradizionali di difesa (le manifestazioni, la piazza,…) dobbiamo confidare nelle istituzioni e nella Costituzione iniziando col convincere tutti che la gestione dell’emergenza è pienamente compatibile con gli istituti democratici;
- solo se abbiamo scelto rappresentanti con la testa sulle spalle abbiamo possibilità di uscire dall’emergenza;
- la democrazia diretta non è l’alternativa a quella rappresentativa. Se gli istituti della rappresentanza non funzionano, vanno riparati, non abbandonati o sostituiti;
- l’ unica democrazia possibile è quella partecipata. Più ampia è la partecipazione, migliore è la qualità della nostra vita.
Su facebook Germana Marchese ha così commentato:
Stand — by dovuto al buon gusto unito alla preoccupazione del momento, al desiderio di tornare presto liberi di discutere senza il rischio di apparire inopportuni.
Indulgenti verso la debolezza umana, tolleranti con gli errori di comunicazione, pazienti con l’eccesso di buonismo, elogi e plausi di maniera, ma sempre vigili.
Soprattutto consapevoli che la vera fiducia si trasmette senza cori, senza manierismo sentimentale, attraverso i fatti concreti e quando serve, anche con un sano ricorso al cinico raziocinio.
Il commento ci è sembrato tanto bello ed appropriato da imporci l’immediata pubblicazione.
Confermo: pieno plauso al commento riportato di Germana Marchese, che ha saputo ben esprimere lo stato delle cose. Equilibrio e sobrietà sono caratteristiche da non scordare mai.