Il dibattito sul piano operativo senese si sta allargando. Ne scrive anche Paolo Menicori che ci illustra la questione dal punto di vista di chi ha attivamente partecipato alla procedura fino a che questa è stata attiva, cioè fino alle elezioni del 2018. Il suo contributo è stato presentato come commento all’articolo iniziale ma, data la sua rilevanza, abbiamo ritenuto di doverlo inserire come intervento a sé stante.
Sono fra i “Pochi ….. senesi che hanno avuto la costanza di seguire nel tempo la lunghissima vicenda del nuovo strumento urbanistico”. Ho partecipato a tutte le occasioni di confronto e in ogni possibile forma: come singolo, associazionismo o cittadinanza attiva più o meno strutturata. Insieme abbiamo scritto contributi e evidenziato criticità, senza alcun secondo fine. Fino a metà 2018. Poi dopo le elezioni è calato il sipario sullo sviluppo della nuova strumentazione urbanistica. Silenzio assoluto fino ad oggi: mai è stata riconvocata la cittadinanza attiva per un confronto.
Si suppone quindi che alla nuova Amministrazione sia stata sufficiente la partecipazione avvenuta prima delle elezioni. E che quindi i contributi proposti siano compatibili anche con gli attuali indirizzi della pianificazione. Non si ritenga in sostanza necessario un nuovo confronto con la cittadinanza attiva. Mi aspetto dunque che a breve riapra la “Casa della città” e lì si espongano le tavole progettuali che l’Amministrazione intende portare in adozione.
E lì spero di trovare ben tradotta la maggior parte dei contributi da noi forniti, e magari avere anche una certa disponibilità oraria da parte dei progettisti per discutere su ciò che è stato o non è stato recepito. Perché questo era il livello partecipativo a cui eravamo stati abituati in passato.
Si può anche fare di meglio e più di prima, ma di meno no. Portare il PO all’adozione, senza una diffusa presentazione preventiva, vorrebbe dire sottoporsi ad un massacro nel successivo passaggio per l’approvazione definitiva, con una valanga di osservazioni che rischierebbero di snaturarne il disegno complessivo, fino a invalidarne l’efficacia. Si consideri che da quando il portafoglio si è sgonfiato, nessuna delle scelte verticistiche è poi stata attuata. La precedente Amministrazione se ne era resa conto, e per questo stava tenendo un basso profilo. Confidiamo che anche l’attuale abbia questa consapevolezza.
Ci sembra particolarmente importante e da sottolineare il fatto che il documento approvato dalla Giunta nel 2019 e titolato “Una città da ripensare” (come ricordato nel primo articolo “Cerchiamo di capire qualcosa del nuovo strumento urbanistico”) parla di grandi novità che non sono state oggetto di esame in sede di partecipazione democratica.
“una Città da ripensare” che avrebbe dovuto contenere tante novità quando è stata e se è stata presentata ? Io come operatore turistico (ho tre alberghi in centro) non ne so niente
IL documento risulterebbe approvato dal Consiglio comunale nel gennaio 2019 e si può leggere sul SIT del Comune di Siena.